Adelmo è colui che ha conservato il mulino fino al dopo guerra, periodo in cui era già forte la crisi di questi antichi mulini, della quale ha sofferto molto, per poi lasciarci nel 1954.
E così a prendersi in carico il mulino fu Annibale, marito della figlia di Adelmo, Elda.
“Nino”, come veniva chiamato da tutti, è riuscito a mantenere viva l’attività anche grazie ad attività collaterali come la selezione e pulizia delle sementi per tantissimi coltivatori dell’Alta Valle del Tevere, utilizzando un altro storico macchinario, il vaglio a cilindri, chiamato “il Cilindro” e riuscendo così ad avere sempre sementi di prima qualità.
Dovette cessare l’attività di vendita di farine alimentari negli anni ‘80 quando a questo tipo di mulini venne negata la licenza di produzione (mentre in paesi come l’Olanda già veniva finanziato il recupero dei mulini storici), per continuare la produzione di farine per uso zootecnico, soprattutto con il mulino di ripresa .
Alla fine del ‘800 infatti, all’originaria unità produttiva del mulino medievale fu aggiunto a valle un secondo mulino, detto “di ripresa” in quanto non dispone di un proprio collegamento con il fiume, ma è costruito esclusivamente per sfruttare l’acqua proveniente dal mulino principale più a monte; è del tutto simile al primo ma dedicato appunto principalmente alla molitura di cereali per il bestiame.
E’ rimasto in funzione fino agli inizi degli anni ’90 quando Nino si trovò costretto a cessare la produzione a seguito della costruzione di un nuovo ponte da parte del Comune di San Giustino, che ne distrusse la quasi totalità dell’invaso di accumulo dell’acqua rendendone impossibile l’utilizzo (e’ attualmente in fase di restauro per il ripristino del funzionamento ed utilizzato per visite a scopo didattico e turistico).
L’”Ultimo (vero) Mugnaio” ha continuato a macinare, anche se per il solo uso familiare, fino a quando ci ha lasciato nel 1994. Da allora, la grande passione e cura del figlio Ermanno ha fatto si che il mulino rimanesse perfettamente funzionante e con i materiali originali, conoscendo l’alba di un nuovo millennio. Per oltre vent’anni ha dedicato il suo tempo libero al mantenimento del mulino e del suo impianto idrico, rendendosi sempre disponibile a mostrarlo e spiegarlo a studenti ed appassionati, senza nemmeno immaginare che sarebbero tornati giorni migliori per questo ed altri mulini.
Durante gli anni duemila però le cose hanno iniziato a cambiare; molti hanno capito l’importanza di un’alimentazione sana, purtroppo anche a causa di problemi di salute dovuti al massiccio utilizzo di farine raffinate, e così nel 2010 si sono create le condizioni giuste e sono iniziati i lavori di restauro; si è così aperta per Stefano, figlio di Ermanno, la possibilità di riprendere l’attività di famiglia, avvenuta alla fine dei lavori di restauro, nel 2016.